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Uno stralcio da “Apollo nel caos”

ntanto fuori il vento sibilava intorno alle finestre e le raffiche di pioggia aggredivano i vetri facendo tremare le imposte. Il mondo fuori, con la sua agitazione e i suoi rumori, sembrava distante mille miglia da casa, dal suo tepore, dalla luce soffusa, dal suo silenzio ovattato. Tutto all’interno trasmetteva la sensazione languida, irreale, di essere al sicuro. Ma io sapevo di non esserlo e avevo più che mai bisogno di riprendere il controllo della situazione, di spezzare l’incantesimo. Avevo però la mente vuota e il cervello ridotto a zero.

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