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Una riflessione

Credo che uno dei compiti più ardui e complessi durante il cammino di ognuno di noi sia quello di aggiornare e adattare la “mappa” dell’esistenza per adeguarla ai cambiamenti del mondo.

Questa operazione non è mai semplice, al contrario comporta impegno, coraggio e una dose di dolore. Di conseguenza, molto spesso, per timore e nell’illusione di evitare di soffrire, si preferisce difendere una obsoleta visione del mondo, ignorando le nuove informazioni, stigmatizzandole a volte persino come false o pericolose, pur di non affrontare la nuova realtà, finendo in tal modo per sprecare maggiori energie di quelle che occorrerebbero per aggiornare la “mappa” ormai scaduta.

Di fronte alla chiamata di un cambiamento, malgrado i comprensibili timori che accompagnano il doverlo affrontare, credo che spetti a ognuno di noi disporci con flessibilità verso il nuovo che la vita inevitabilmente propone, considerando l’impermanenza, l’incertezza e l’imponderabilità non come entità da cui difenderci ma come occasioni da accogliere, da non perdere, per abbandonare comportamenti e abitudini non più funzionali, per adottare stili di vita più consoni e tirare fuori il meglio, essendo disposti a far fronte all’impegno che ciò richiede.

Perché, come sostiene Kahlil Gibran, “Per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte”.