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Una riflessione

Leggevo, rispolverando lontane memorie, che il verbo competere deriva dal latino ed è composto dal prefisso “cum-“ che significa “con” e la particella “–pètere” che vuol dire “dirigersi, andare con, insieme, convergere”, dunque “collaborare”. Nulla a che vedere con il significato che si attribuisce oggi al termine, spesso associato a concetti che rimandano all’idea di competizione, di rivalità tesa a considerare l’altro,   nei vari ambiti della vita, come un avversario.

Alla luce di tale riflessione, credo che sia opportuno recuperare il senso originario della parola competere, riportarla alla sua esatta interpretazione etimologica, ponendo l’accento sui concetti di collaborazione e di condivisione in essa contenuti, posto che anche autorevoli studi dimostrerebbero che la collaborazione produce migliori risultati rispetto alla competizione; che è dunque inutile paragonarsi agli altri e rivaleggiare, avendo ognuno obiettivi, attitudini e desideri diversi, che solidarizzare – quando possibile – è un valore da custodire.

Che, piuttosto che ridurre la propria vita a un’eterna gara spesso improduttiva, è più utile e saggio coltivare la propria autostima, magari mettendosi in gioco con se stessi più che con gli altri, in un processo che aiuta a credere maggiormente nelle proprie capacità e al valore della propria persona.