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Un passaggio da “Le verità apparenti”

Parlava con disinvoltura, con la gestualità di chi, a suo agio con se stesso, sa mettere l’altro a proprio agio, spaziando su più fronti, suggerendo l’immagine di un uomo in grado di prendere in mano le situazioni per affrontare la vita col giusto piglio… Eppure, malgrado quei segnali rassicuranti, c’era in lui un qualcosa di sfuggente, di inafferrabile nello sguardo, che deragliava nella sfera dei misteri insondabili di una natura complessa. A tratti, per frazioni millesimali di secondo, sembrava che Fabrizio emanasse una sorta di aura tetra, un effluvio sconcertante di sé che però, paradossalmente, invece di allontanare o di respingere, non facevano che attirare verso di lui e accrescere il suo fascino. Era come se attorno a lui gravitasse un’orbita magnetica a cui era impossibile sfuggire.