Quando vuoi davvero, un modo lo trovi
A volte, quando si manca un obiettivo, il primo stato d’animo che si avverte è il senso di frustrazione, di delusione. Ma cosa in realtà determina il conseguimento o meno di un risultato?
Preso atto che l’obiettivo è alla propria portata, tutto parte, a mio avviso, dall’intensità del desiderio, dalla sua fondatezza e dal grado di motivazione che induce all’azione.
Quando si è scarsamente motivati, pur ritenendo erroneamente il contrario, quando vi è un limitato interesse, che però viene scambiato per importante, verso il risultato da acquisire, quando manca, in definitiva, lo sprone di un concreto convincimento interiore, o si ha scarsa fiducia di poterlo realizzare, si attivano spesso, sia pur inconsapevolmente, strategie fuori focus e auto-sabotanti, basate su energie talmente blande da indurre a dirottare su scorciatoie improduttive, inefficaci, se non addirittura fallimentari. E ciò, nonostante la recondita speranza di riuscire a “cavarsela a buon mercato”.
Quando, invece, al conseguimento dell’obiettivo soggiace un reale desiderio e convincimento di volerlo realizzare, diviene più facile e naturale sfoderare tutte le energie e l’impegno a disposizione, nonché mettere a fuoco le strategie più adeguate, perché tutto scorra nella direzione orientata al raggiungimento dell’obiettivo, come se la realtà circostante e tutte le forze in campo mirino anch’esse a centrare il bersaglio.
Per concludere, credo che ogniqualvolta ci si ponga un obiettivo, occorra interrogarsi, per valutarne la natura e la portata, nella scala dei propri desideri e delle proprie motivazioni. Ritengo, cioè, che occorra chiedersi se realmente si ha a cuore il conseguimento di quell’obiettivo, e fino a che punto si desidera realizzarlo, anche a costo di rinunciare a qualcos’altro, perché è da lì, dalla sua concreta rilevanza e consistenza, che si pongono le basi per un eventuale successo delle proprie azioni.