Pioggia da “Apollo nel Caos”
Quella sera piovve a dirotto.
Goccioloni d’acqua ruscellante battevano contro le finestre di casa, picchiettando sui vetri come polpastrelli, mentre il vento sibilava vicino agli stipiti, facendo tremare le imposte, insinuandosi nelle stanze con i suoi spifferi sottili e taglienti.
Pioveva su tutta Napoli, sui palazzi, nei giardini, per le strade quasi deserte e le gocce, zampillando dalle pozzanghere, scintillavano come stelle filanti sotto la luce dei lampioni e dei fari delle auto.
Pioveva su tutta Italia: a Palermo, a Roma, a Firenze, a Genova, a Milano, a Torino, a Trieste…
Intanto mentre la terra fradicia sembrava voler fagocitare ogni cosa, senza risparmiare nessuno, la notte si ritirava per dare spazio ai primi bagliori del mattino.
Ora la luce si era imposta sul buio e la pioggia si era fatta più leggera e sottile: non era più così minacciosa, sembrava al contrario voler lavare la terra dai suoi peccati.