Per tornare “a riveder le stelle”
Nel linguaggio comune capita a volte di utilizzare i termini “bisogno” e “desiderio” come sinonimi, o ancora di ritenere il primo come un qualcosa di necessario, il secondo come legato a una esigenza del superfluo. A ben vedere le cose non stanno in questo modo, me ne sono resa conto quando tempo addietro mi sono presa la briga di documentarmi, giungendo alla conclusione che entrambi, bisogni e desideri, sono importanti, ognuno in due modi diversi.
Il bisogno nasce da una mancanza, una carenza che pone in atto dei comportamenti finalizzati ad ottenerne l’immediato soddisfacimento. E’ dunque legato a un oggetto. Esistono i bisogni primari, legati alla sopravvivenza, come il bisogno di mangiare, di bere ecc., e quelli secondari, altrettanto importanti anche se meno urgenti, come il bisogno di un lavoro, di una casa, di una qualsiasi gratificazione. Il soddisfacimento o meno di un bisogno determina, a seconda del caso, piacere o frustrazione. Ne deriva che il bisogno si accende quando nasce l’esigenza di un qualcosa, e si esaurisce quando quell’esigenza viene soddisfatta. Cosicché il ciclo ricomincia con un nuovo bisogno e una nuova soddisfazione.
Il desiderio invece è un vissuto, un processo di tipo evolutivo che fa muovere verso qualcosa. Non è legato a un oggetto specifico e non induce a una sua soddisfazione immediata ma è una spinta che ci fa seguire una determinata direzione. Ha origine da un’assenza, da un vuoto che si vuole colmare, il che spiega perché il termine sia composto dalla particella privativa “de” seguita da “sidus”, “sideris” che significa stella. Desiderio, dunque, inteso etimologicamente come “condizione in cui mancano le stelle”, e che pertanto spinge alla loro ricerca. Tutt’altro dunque che esigenza del superfluo ma, al contrario, un qualcosa di vitale importanza, che ha a che fare con la sfera dei sogni e delle legittime aspirazioni. E’ un “tendere verso”, una “mappa” che indica a ognuno il percorso da intraprendere per la propria e l’altrui crescita spirituale. Un cammino che, per dirla con Dante, non può che portare “a riveder le stelle”