E-mail: adriana.ostuni.7@gmail.com · Seguimi sui social:
Seguimi: E-mail

8 marzo 2020: una riflessione

In un Paese come il nostro, visibilmente provato dalle tensioni legate all’emergenza sanitaria da coronavirus, è  imprescindibile per me oggi, 8 marzo, contestualizzare le celebrazioni dedicate alla Giornata Internazionale della Donna alla situazione di criticità dovuta al diffondersi di questo virus, che ci destabilizza e allarma, per gli eventuali rischi legati alla salute e perché implica la rottura degli schemi su cui si fonda la nostra vita quotidiana. Ciò che mi sento di esprimere in questa Giornata così particolare, che comunque va ricordata, anche per commemorare il coraggio di quelle donne che sin dai primi del Novecento in tutto il mondo animarono le lotte per la difesa dei loro diritti violati, favorendo le evidenti acquisizioni odierne a beneficio di tutte, è  che  l’esperienza che stiamo vivendo ormai da qualche settimana, nonostante la sua drammaticità, rendendoci più consapevoli dei nostri limiti e delle nostre fragilità, ci può essere di insegnamento, spero, per recuperare quei valori fondamentali che danno un senso più profondo alla nostra vita, quali la solidarietà, la sobrietà, la pazienza, il senso di responsabilità, la flessibilità, la condivisione, il vicendevole prendersi cura, il restare idealmente uniti: valori connotati tutti dal desiderio, dalla voglia di stare insieme anche se in forme diverse, come ci impone il rispetto delle regole.  Valori che necessariamente implicano il ripudio di ogni forma di aggressività e di violenza nelle relazioni con l’altro. Ecco allora che in questa Giornata così densa di significati, nel ricordare che la violenza si manifesta sotto molteplici forme e che spesso non ha genere,  il richiamo a quei valori può acquisire una valenza più forte, mirata per lo meno a ridurre il pericolo di derive violente  nei rapporti con l’altro, come purtroppo la cronaca così frequentemente ci informa. Perché qualora così fosse, se veramente questa esperienza – che ci fa toccare con mano il grigio dell’esistenza, ponendoci di fronte al dato di fatto che non siamo onnipotenti – costituisse anche l’occasione per far riflettere in senso costruttivo riguardo alle nostre vite, trasformando in momento educativo e formativo anche questo pessimo incidente di percorso che stiamo attraversando, obbligandoci a ripensare a ciò che conta davvero, incoraggiandoci a correggere i nostri comportamenti non sempre positivi nei confronti dell’altro e a riordinare le nostre priorità, non tutto questo male che imperversa in questi giorni difficili – ma che in tutti i casi è destinato a passare – sarà stato vano.  Perché, come dice Sant’Agostino, “ex malo bonum”: e alla fine anche dal pessimo coronavirus avremo avuto il modo di ricavare qualcosa di buono, l’opportunità di un ulteriore passo in avanti nei rapporti con l’altro, una ragione in più per celebrare questa Giornata alla luce di una concezione diversa, fondamentalmente più matura di noi stessi, della nostra identità, del nostro modo di stare al mondo insieme agli altri