Le Verità Apparenti
“Ero ancora a uno stadio iniziale ma nel profondo del mio animo, nei recessi più remoti della coscienza coltivavo i semi della disubbidienza, ne avvertivo sempre più forte la spinta… Dentro di me covavo la ribellione, quella che lui cercava di tenere a freno e di soffocare utilizzando tutti i mezzi a sua disposizione. Ma ormai ci eravamo spinti troppo in là e il desiderio di libertà si era fatto forte. Continuai a covare la ribellione. Preparandomi alla rivolta”.
SINOSSI
E’ possibile fidarsi di ciò che appare? Dove si staglia la verità? Sulla falsariga di queste domande e sul leitmotiv dell’opera di Salvador Dalì si incentra il romanzo “Le verità apparenti” di Adriana Ostuni (Wip Edizioni, 2017, Bari).
Una storia contemporanea modellata sul taglio biografico di un narratore in prima persona, segnata dalla contrapposizione tra realtà e finzioni, luci e ombre, basata sulle tematiche dell’amore disfunzionale, del dramma dei figli contesi, della PASS, del business che spesso ruota intorno alle case famiglia. Un intreccio di vicende ambientato in una Bari ritratta in chiaroscuro, a cui fa da sfondo il tema dell’immigrazione e dell’integrazione sociale.
Una appassionata ricostruzione di una parabola relazionale di coppia, in cui i protagonisti, Alessia e Fabrizio, affrontano un percorso di vita che non tarda a trasformarsi da idilliaco e passionale a impervio e conflittuale, peraltro, anziché sanato, esacerbato dalla nascita della figlia Blanca.
Un cammino esistenziale costellato da illusioni e disincanto, da incertezze e amarezze, il sofferto resoconto di un declino coniugale raccontato sulla base di una crescita intima di un dolore, culminante in un finale dai risvolti drammatici, che però non preclude la strada a un futuro venato di speranza.
RECENSIONI