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Clessidra


Clessidra

Clessidra

Wip Edizioni, 2020
Pagg. 76
€ 10.00

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CONTINUERO’ A CREDERE

Del tempo
della vuota forma
avrò cura di non curarmi.
Sulla linea del mio futuro
abbraccerò la bellezza
dell’imperfezione.
Continuerò a credere
nella poesia che si cela
dietro i tratti irregolari
dietro i gesti malfermi
dietro le parole sussurrate
con voce tremula
dietro le immagini
che non rubano lo sguardo.
Continuerò a credere
nel fulgore dei tagli e delle rughe
nelle storie fragili
nei fili d’argento.
Nella notte delle Esperidi
continuerò a credere
nell’incanto delle cose semplici

Tutto ciò che inizia ha una fine ma la fine è solo un nuovo inizio: questo in sintesi ciò che racconta Adriana Ostuni nella sua seconda silloge, Clessidra, Wip Edizioni, 2020. Le poesie contenute nella raccolta, inserita nella collana Spazio-Tempo curata da Alessandro Lattarulo, e corredata di materiale iconografico ad opera dell’artista Fedele Eugenio Boffoli, sono, certo, un auspicio a vivere la propria esistenza con pienezza, accogliendo l’attimo presente, abitando per quanto possibile, quel granello di sabbia che nella clessidra fugge via. Ma la vera rinascita sta nell’energia che fa girare la clessidra ogni volta, e ancora una volta, con fiducia, determinazione, speranza. I componimenti riportati nella raccolta sono piccoli frammenti in versi liberi che cercano di trarre dall’esperienza quotidiana, il sapore e il sapere del vivere, che raccontano di stati d’animo di serenità, di momenti gratificati dalla bellezza delle cose semplici, di aneliti e desideri, ma anche di fragilità, di vulnerabilità, di imperfezioni, di sospensioni, di disillusioni, di amore fuggente, di affanni originati dalla ricerca di dare un senso al frequente non senso della vita. Versi che non vanno in una direzione ma in tutte, perché in essi è contenuta la ricerca in tutte le direzioni del senso, della gioia, del bello, del vero. Questa ricerca è condizionata dallo scorrere del tempo che rende tutto mutevole, soggetto ai continui cambiamenti alla base dell’esistenza. Ecco allora il richiamo alla clessidra, a questo oggetto straordinario nella sua essenzialità, che diviene metafora della vita stessa, del suo incessante divenire. La clessidra, per ricordare che, anche grazie alla poesia, alla sua armonia trasfigurante, al suo potere generante di dare voce alle infinite gradazioni dei sentimenti e delle manifestazioni dell’esperienza umana, la vita, con le sue alterne vicende, può essere meravigliosa. Basta saperne cogliere l’attimo di grazia.

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