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Il soffione

Il soffione: un fiore dall’aspetto delicato che illumina i prati come una piccola stella, che cresce spontaneamente ovunque, lungo il ciglio delle strade, nelle aiuole, nelle zone pianeggianti o sulle alture, chiamato anche tarassaco o dente di leone, per via della forma dentellata delle sue foglie.

Dotato di svariate proprietà officinali e terapeutiche, il soffione si riconosce subito per l’atipicità del suo aspetto rispetto agli altri fiori, per la sua corolla piumosa dai mille semi pronti a volare nell’aria al primo soffio di vento. Amatissimo dalle api che ne succhiano il prezioso nettare (pregiato il miele di Tarassaco), è un germoglio dai profondi significati simbolici ed evocativi che lo rendono protagonista di storie, di sogni e di desideri, da realizzare soffiando con decisione sui semi, lasciandoli liberi di volare nell’aria.

Nel linguaggio dei fiori simboleggia la forza, la tenacia, la fiducia, la speranza, la gioia e l’entusiasmo. Si racconta  che Teseo, durante il suo viaggio, per diventare abbastanza forte da poter affrontare e sconfiggere il temuto Minotauro, mangiò denti di leone per trenta giorni di fila.

Il soffione è legato all’idea del distacco e del viaggio, in una sorta di metafora, a rappresentare le fasi del ciclo della vita che ogni essere umano è destinato a compiere: all’inizio, infatti, i semi sembrano essere tenacemente legati alla loro appendice soffice, ma pian piano, dapprima timorosi, poi sempre con maggior determinazione se ne staccano, decisi a dare inizio al loro viaggio, verso nuove mete e avventure, lasciandosi andare al flusso della vita. Una metafora perfetta, dunque, a significare che solo chi è disposto a staccarsi dalla propria origine, abbandonando le proprie sicurezze, curioso di nuove scoperte, deciso ad affrontare il viaggio, le difficoltà e le incognite ad esso legate, potrà cogliere le plurime opportunità che la vita gli offre.

Molti sono i componimenti poetici, nonché le narrazioni collegate a questo fiore. Tra le  più suggestive, una leggenda irlandese che racconta come un tempo gli gnomi, gli elfi e le fate fossero liberi di correre nella natura; fino a quando l’uomo non arrivò, costringendo queste magiche creature a rifugiarsi nei  boschi. Ma le fate possedevano abiti troppo iridescenti per riuscire a nascondersi, così spesso venivano calpestate dagli uomini. Per tale ragione furono costrette a trasformarsi in denti di leone, mantenendo però tutta la loro fierezza. Una caratteristica questa, del soffione stesso che, anche se calpestato torna sempre fieramente in posizione eretta.

Un fiore, magico dunque, dimora delle fate, simbolo di forza, di tenacia, di resilienza, di buon auspicio, da non ignorare quando appare alla vista, sul quale basta un soffio per poter sperare di veder avverati tutti i desideri…