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Come giunchi nel vento

dal Web

Può sembrare sottile il confine tra l’accettazione e la rassegnazione, invece i due concetti contengono in sé una differenza fondamentale. L’accettazione è un qualcosa di dinamico, di costruttivo, di vitale. Implica il prendere contatto con la realtà senza pretendere di cambiarla, per cercare, quando questa influisce negativamente sui nostri stati d’animo, nuove strade verso la ricerca di ciò che può renderci più felici. Significa non lasciarci bloccare da una situazione negativa, ma continuare a fare progetti, cercando opzioni migliori durante il nostro cammino. Un atto che presuppone di aggiornare la mappa della nostra vita, abbandonando comportamenti e abitudini non più funzionali al nostro benessere, per adottare scelte più idonee, alla luce di nuove consapevolezze acquisite. Significa, in definitiva, scoprire che una situazione non favorisce più il nostro benessere, non è più sostenibile, inducendoci, di conseguenza, a cambiare rotta, ad attivarci verso una direzione più in linea con le nostre aspirazioni. La rassegnazione è al contrario un atteggiamento statico, in un certo senso passivo, che produce sofferenza, perché pone ognuno nella condizione di illudersi che la situazione sia diversa da come è realmente. In questo modo, ci sottomettiamo a questa situazione, ci adattiamo, ci paralizziamo, sentendoci vittime delle circostanze, ritenendo erroneamente di non avere alternative, in attesa che qualcosa cambi. A volte, ci sforziamo di cambiare la situazione che non ci piace, (ma di cui amiamo determinati connotati) finendo per sprecare inutili energie. Laddove, dunque, la rassegnazione ci paralizza, ingabbiandoci in una situazione scomoda, nonché dolorosa, l’accettazione, al contrario, ci fa rinascere, favorendo il vero cambiamento. Alla luce di quanto detto, credo che sia importante imparare ad accettare, ad essere flessibili, come giunchi nel vento, accogliendo i nuovi segnali come occasioni propizie per reindirizzare in senso positivo la nostra vita. Credo che gli eventi complessi di questi giorni ci stiano insegnando proprio questo: rassegnarci significherebbe deporre le armi, arrenderci alle difficoltà. Accettare, al contrario, implica partire dai danni per ricostruire, per continuare il cammino verso nuovi scenari, ognuno con le proprie risorse e desideri, alla legittima ricerca della felicità.