E-mail: adriana.ostuni.7@gmail.com · Seguimi sui social:
Seguimi: E-mail

Versi in Libertà


Poesia è per me quell’attimo magico in cui il mondo esteriore incontra quello interiore, generando emozioni, stati d’animo, sentimenti, intuizioni: una fusione perfetta.

Spicanda

Laute di profumi
dai rami pendono
monete d’oro.

La luce versa
scaglie di sole
sugli alberi grondanti.


Denso di luce

E poi c’è la forza.
Non quella arrogante.
Non quella prepotente
dei fautori delle armi
ma la forza che profuma
di coraggio, di eroismo.
La forza della dignità.
Di chi ama la vita
anche quando è colorata di grigio.
E non si arrende.
La forza di chi
pur stringendo i denti
sa sorridere malgrado il fango e i detriti.
E pur sfiancato
accenna una mazzurca
tra le pozzanghere.
La forza di chi sa accarezzare
un anziano atterrito
che stringe tra le braccia il proprio cane.
La forza di chi ha perso tutto
ma si rimbocca le maniche
anche per strappare una risata a un bambino
inventandogli nuovi giochi
tra l’acqua che ristagna e le rovine.
La forza di chi sa risollevarsi e guardare oltre
lavorando tra le pieghe del disastro.
Con fiducia.
Orientando la bussola del tempo
verso un domani
che sarà denso di luce.



A distanza

Non serve la sacralità
di un ramo di ulivo.
O la solennità delle parole vuote.
Non servono i gesti spiccioli
i cammini di pochi centimetri
gli slanci senza forza
o gli imbocchi segnati
dalle inversioni di rotta.
I passi da lumaca nelle vie traverse
non offrono accoglienza
ai sentimenti autentici.
Quando la strada è accidentata
lastricata di sole briciole
e diretta verso un vicolo cieco
il senso è unico:
restare a distanza dal disamore.


Ora

È ora. Il momento è arrivato.
Proprio ora.
Quando fuori imperversa il maltempo
E il cielo è grigio
intonacato di quella sfumatura
che contagia anche i pensieri.
E l’umidità della giornata
si insinua tra le pareti
impregnandole di acquosa densità.
Eh già. La primavera arranca
come un granchio
incedendo un passo avanti e due all’indietro.
Mentre l’inverno sembra non voler mollare la presa
vigile come un abusivo clandestino
malgrado l’equinozio sia stato così chiaro con lui
nel parlare. E indisponibile
a qualsiasi deroga condono o concessione.
Ma lui insiste.
Contrario a farsene una ragione…
giovandosi del cielo plumbeo
che gli dà quest’illusione.
Allora non c’è altro da fare.
Alle sue ormai flebili richieste
che hanno il sapore del colpo di coda finale
sarò io così tenace da ricordargli
che non è più la sua stagione.
Che faccia un passo indietro
e si dia una motivazione.
Posto che le nuvole hanno i giorni contati.
E quanto prima il sole
fugando ogni sua blanda immaginazione
tornerà alto a far brillare
non soltanto il terrazzino di casa
ma anche i pensieri
che come petali di gialle corolle
smossi da un vento nuovo
torneranno a volteggiare nella luce.


Silenzi

Si sciolgono
come compresse effervescenti
nell’acqua
le frette del giorno:
l’appuntamento con il medico
l’impiegato di banca
la lista della spesa
appesa ai fili del bucato
il traffico
le nuvole
i capelli nel vento.
Incolume
è l’attimo
che tutto allontana
che annega nel buio
con passo felpato
levigando
i silenzi
della luna e del sogno.



Non illuderti mai

Non illuderti mai…
Non immaginare
di poter trasformare
una falena in una farfalla
sebbene entrambe
abbiano le ali.
O un colombo in un gabbiano
benché spesso
sorvolino lo stesso cielo.
Hanno una natura diversa
che tu neanche nel sogno
potrai mai mutare.
Allora evita
il tempo della perdita.
Risparmia le energie.
Convogliale
in speranze realizzabili.
E la vita questa volta
ti risponderà.
Dicendoti di sì.



Barlumi

Il tramonto non sfiora l’alba.
Intesse i suoi barlumi
intrecciandoli alle trame della sera
che li adombra a poco a poco
per disperderli nel buio della notte.
Il tramonto non genera mai l’alba.
Perché l’aurora sorga
con i suoi riflessi
e i suoni carezzevoli
occorre che la notte
con le sue note scure e i suoi silenzi
abbia attraversato il tempo
delle meditazioni.
E solo quando
anche gli ultimi rintocchi del passato
si ritraggono sfumati
il buio può cedere alle luci del giorno.