Apollo nel caos e il Golfo dei Poeti
L’’’indomani mattina, dal porticciolo di Portofino raggiungemmo con una barca a motore la mia che era in rada, con lo skipper che ci aspettava a bordo.
Iniziammo così, spinti dal vento che gonfiava le vele, a perlustrare quel tratto di mare dalle mille sfumature sino a costeggiare il Golfo dei Poeti, lo splendido anfiteatro marino che deve il suo nome allo scrittore Sem Benelli e che nei secoli ha attirato artisti, scrittori e poeti del calibro di Petrarca, D.H. Lawrence, George Sand, Virginia Woolf, William Turner, Montale, Lord Byron e P.B. Shelley.
Giulio quella mattina appariva sereno, completamente immerso nei colori e nei profumi del mare, con il vento che gli agitava i capelli, accarezzandogli la pelle già ambrata dal sole.
Mentre la barca beccheggiava sull’acqua, ammirammo gli splendidi borghi di Lerici e di Porto Venere, con la fantastica visuale della chiesa di San Pietro, e le isole della Palmaria e del Tino. Giulio, osservando lo scenario dalla nostra prospettiva, parve rapito da quella costa frastagliata con gli antichi paesini a picco sul mare.
Continuammo la navigazione lungo la costa delle Cinque Terre e facemmo il bagno in un’acqua dai fondali spettacolari, in mezzo a banchi di pesci coloratissimi, a contatto con il mare e con il vento.
Risaliti in barca ci distendemmo a prua. E in quello scenario mozzafiato, mentre la barca a vela riprese a fluire rapida sul mare, tra spruzzi e guizzi di luce e ricami di spuma che si inseguivano lievi, mentre l’acqua salata sciabordava contro lo scafo e i gabbiani stridevano in cielo in cerca di cibo, io e Giulio ritrovammo attimi di pace, momenti densi di armonia in cui si spera che il tempo rallenti fino a fermarsi del tutto
“Apollo nel caos” pagg. 314 – 315