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A proposito di “Clessidra”

Clessidra” (Wip Edizioni, 2020, collana Spazio-Tempo a cura di Alessandro Lattarulo), è il titolo della mia seconda raccolta di poesie, dopo “Passaggi”: una silloge di 55 componimenti, corredata di materiale iconografico (chine su carta) a cura dell’artista Fedele Eugenio Boffoli. Le poesie in essa contenute rappresentano un auspicio a vivere la vita con pienezza, accogliendo l’attimo presente, abitando per quanto possibile, quel granello di sabbia che nella clessidra fugge via. Le poesie riportate nella raccolta sono piccoli frammenti in versi che cercano di trarre dall’esperienza quotidiana, il sapore e il sapere del vivere, che raccontano di stati d’animo di serenità, di momenti gratificati dalla bellezza delle cose semplici, di aneliti e desideri, ma anche di fragilità, di vulnerabilità, di imperfezioni, di sospensioni, di amore fuggente, di affanni originati dalla ricerca di dare un senso al frequente non senso della vita. Versi che non vanno in una direzione ma in tutte, perché in essi è contenuta la ricerca in tutte le direzioni del senso, della gioia, del bello, del vero. Questa ricerca è condizionata dallo scorrere del tempo che rende tutto mutevole. Ecco allora il richiamo alla clessidra, a questo oggetto straordinario nella sua essenzialità, che diviene metafora dell’esistenza stessa. La clessidra, per ricordare che, anche grazie all’armonia trasfigurante della poesia, la vita, con le sue alterne vicende, può essere meravigliosa. Basta saperne cogliere l’attimo di grazia.