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#25marzo2021dantedì

Dal Web

Un unico verso, sublime, il verso del XXXIII Canto del Paradiso che chiude la Divina Commedia e che,  se pur sottratto all’organicità dell’Opera, brilla di luce propria, radioso come una sorgente luminosa, in quanto  mantiene integro il significato profondo della poetica, rappresentandone un’emblematica sintesi.

Cosa sarebbe infatti  l’esistenza se non provassimo  il sentimento più elevato che l’esperienza terrena ci riserva di sperimentare, l’unico in grado di portare l’uomo oltre l’immanente, per condurlo a toccare la dimensione più spirituale del proprio essere? L’amore che è il motore del mondo, il grande volano dell’universo,  in grado di muovere il sole insieme a tutti gli astri del firmamento, un sentimento che nobilita e che dà un senso e un valore profondo alla vita di ogni essere umano.

Un verso, quello del Sommo Poeta, che è un invito a coltivare amore in tutte le forme e dimensioni che lo  rendono autentico. Un verso, un unico verso, quanto mai attuale che vale da antidoto per contrastare i tempi complessi che stiamo attraversando, che rendono difficile lo snodarsi naturale dei sentimenti  e delle loro manifestazioni, perché racchiude il senso stesso della vita, la cui essenza si sostanzia e manifesta nella sua espressione più nobile quando tutto ciò a cui si dedica il proprio impegno viene fatto con Amore.